“Se non ho sentito male, lei stava dicendo che Gesù non è mai esistito?” chiese cortesemente lo straniero. “No, non ha sentito male” disse Berlioz. Ah, com’è interessante!, e, scusate se sono importuno, voi oltretutto non credete neppure in Dio? – fece gli occhi impauriti e aggiunse – giuro che non lo dirò a nessuno”. “Sì, noi non crediamo in Dio, siamo atei – rispose Berlioz sorridendo della paura del turista straniero – ma se ne può parlare con assoluta libertà”. A questo punto il forestiero si alzò e strinse la mano all’allibito direttore dicendo: “Permetta che la ringrazi di tutto cuore dell’informazione che per me, viaggiatore, è eccezionalmente interessante! – e lo straniero volse lo sguardo impaurito alle case attorno, quasi temesse di vedere un ateo ad ogni finestra – ma ecco il problema che mi turba: se Dio non esiste, allora, mi domando, cosa dirige la vita umana e in generale tutto l’ordine della terra?” “L’uomo stesso li dirige” si affrettò a rispondere Bezdomnyj irritato. “Chiedo scusa – replicò dolcemente lo sconosciuto – ma per dirigere bisogna per questo avere un piano preciso per un periodo di tempo almeno rispettabile. E come può dirigere l’uomo, se non soltanto gli manca la possibilità di fare un piano anche per un periodo di, poniamo mille anni, ma non può disporre neppure del proprio domani? Immagini che lei, ad esempio, cominci a dirigere, a disporre di sé e degli altri, insomma a prenderci gusto, quando improvvisamente le capita… eh… eh… un sarcoma al polmone – e lo straniero socchiuse gli occhi come un gatto – ed ecco che tutto il suo dirigere è finito! Nessun destino, a parte il suo, le interessa più. I parenti cominciano a mentirle mentre lei si precipita prima dagli specialisti, poi dai ciarlatani, se non addirittura dalle chiromanti. E alla fine, colui che s’immaginava di dirigere qualcosa si trova a giacere in una cassa di legno, e gli altri lo cremano in un forno. E capita anche di peggio! Uno ha appena deciso di andare in villeggiatura, un progetto da nulla, sembrerebbe, ma non può attuare nemmeno quello perché tutt’un tratto scivola e finisce sotto un tram!” disse lo sconosciuto strizzando l’occhio a Berlioz, che effettivamente aveva deciso di andare in villeggiatura.”
In questo brano iniziale del romanzo cogliamo già tutta la suggestione e l’intelligenza della scrittura di Bulgakov, è uno spettro che si materializza il diavolo che compare a Mosca in piena era comunista e nel suo manifestarsi, accanendosi in particolare sugli intellettuali, egli getterà la città nello scompiglio più totale.
Così Bulgakov ci racconta delle contraddizioni della rivoluzione comunista e della sua ideologia materialista, ” … come può dirigere l’uomo, se … non può disporre neppure del proprio domani?” in questa frase, del personaggio che impersona il diavolo, il prof. Woland esperto e maestro di magia nera,è racchiusa tutta la critica sottile e potente di questo scrittore.
Un libro da leggere e rileggere “Il maestro e Margherita” una storia che da Mosca a tratti ci trasporta in Palestina dove assistiamo alla Crocefissione di Gesù Cristo e alle contraddittorie emozioni di Ponzio Pilato in quella vicenda.
Scopriamo così nel corso della narrazione tre storie che si intrecciano dando forma al romanzo: le imprese del male a Mosca guidate dal Diavolo e dalla sua squadra di demoni, il dramma di Pilato e di Levi Matteo e l’amore disperato ma determinato e certo di Margherita per il maestro.
Un dramma sulle debolezze dell’uomo, sulle sue vere o false credenze, sull’esistenza del sovrannaturale, di Dio e sulla potenza dell’amore.
Un dramma dove assurdo, fantasia e realtà si mescolano regalandoci una storia e dei personaggi che riecheggiano in noi interrogandoci sul senso che tentiamo di dare alla vita. Sull’esistenza del divino, sul significato dell’amore, su cosa sono il male e il bene, sulle contraddizioni e le difficoltà delle nostre scelte, sull’assoluta incertezza del nostro essere.
Scagliandosi contro le convenzioni, che anche la patria del comunismo aveva rinnovato imitando l’etica borghese che voleva superare, Bulgakov fa una scelta di campo e premia Margherita e il suo amore.
“La prima edizione italiana fu pubblicata dalla casa editrice di Bari De Donato: uscì nel 1967 nella traduzione di Maria Olsoufieva. Sempre nel 1967 uscirono anche due edizioni Einaudi, nella traduzione di Vera Dridso: la seconda, uscita a luglio, fu la prima edizione integrale in tutto il mondo.” da ilpost.it